domenica 23 aprile 2023

Stra-vaganza in Provenza a Pasqua con la Popi

 Difficile interessare i bambini ai viaggi?

non se si dorme nella casetta delle fate, o su una chiatta sul canale, se si cammina in un canyon di ocra rossa, o in una miniera circondati da quadri di Van Gogh che cambiano ogni secondo.

Questo e molto altro lo potete trovare in Provenza, regione nel sud est della Francia, molto comoda da 
raggiungere da Torino e dal nord ovest in generale, tra l'altro attraversando paesaggi montani davvero splendidi come la Val di Susa, il Briançonnais, il Sisteron.

Noi, per le vacanze di Pasqua, abbiamo proposto a nostra figlia di 6 anni un viaggio-scoperta di 6 giorni, organizzato all'ultimo come nostro solito e perfezionato strada facendo, aggiungendo anche qualche pizzico di fortuna (non solo per il meteo) e di originalità.

Ne è uscita fuori una Stra-vaganza in Provenza niente male!


Giorno 1 (Torino-Parco del Verdon)

Ci vogliono più di 4 ore di macchina, per cui meglio gustarsi il percorso: meravigliosa la salita al colle 


del Monginevro attraversando la Val di Susa, ammirando le bellissime rocce del Briançonnais e fermandosi per una tappa pic-nic sulle rive del Lago di Serre-Ponçon , per poi proseguire fino a Tallard, ottima per una sosta con i bambini perchè, oltre a un castello da cui si gode di una bellissima vista sulla valle, ha anche un grazioso tranquillo parco giochi proprio vicino al suo cancello. 

E così, si arriva alla location scelta per il nostro primo pernottamento: vogliamo proprio partire col botto e mantenere alto l'entusiasmo della bimba che scopre la Francia per la prima volta, ci fermiamo così alla Ferme de Castellane, nel parco del Verdon, per dormire nientepocodimenoche ... ... ...

nella casetta delle fate!!!

Il campeggio merita, i gestori sono molto disponibili, le soluzioni abitative sono una più originale dell'altra, e per il periodo estivo è presente anche una piscina. 

La casetta delle fate ha conquistato tutti: interamente in legno dentro e fuori, calduccia e accogliente, e ... rigorosamente senza bidet.

Giorno 2 (Verdon-Bonnieux)

Il mattino siamo partiti con molta calma, è stato difficile lasciare la nostra casetta e ce la siamo presa comoda, coccolati dal caffè offerto dai gestori. 

La prima tappa era il lago di Sainte-Croix: per arrivarci la strada è spettacolare, si passa in gole strette, con la montagna 'tagliata' apposta per far passare le due piccole corsie, panorama mozzafiato garantito da ammirare in piazzole di sosta. Dove il fiume incontra il lago è d'obbligo scendere vicino all'acqua e noleggiare i pedalò con cui addentrarsi nelle gole del Verdon: in 30 min di pedalata c'è tutto il tempo per andare e tornare con calma. 

Sulla sponda a nord, vicino al parcheggio del noleggio pedalò, c'è un piccolo tavolino da pic-nic semi-nascosto: se avete la fortuna di trovarlo libero potete mangiare i vostri panini all'ombra e con una vista fantastica del lago, dopodichè la spiaggetta sarà tutta dei bimbi!

Terminata l'esperienza del lago è il momento di gustare una buona crepe francese: 
il paesino di Moustiers-Sainte-Marie è da non perdere, noi siamo rimasti senza parole. 

Lì troverete diverse buone creperie, ristoranti, bar, ma soprattutto un paesaggio davvero unico. Se avete tempo (e gambe) salite fino alla cappella.

Bene, ora siamo pronti per scendere in pianura, tra i campi di lavanda (purtroppo al momento non ancora in fiore).

I nostri prossimi tre pernottamenti saranno al Residence Odalys les 4 Soleils a Bonnieux :


una scelta ottima come base per visitare i paesini attorno, nel confort di appartamenti spaziosi, nel verde, e con una comoda piscina per far divertire i bambini (riscaldata), un piccolo parco giochi, e nel nostro caso una vista spettacolare direttamente sui campi di lavanda e il paesino di Bonnieux, arroccato poco più avanti.


Giorno 3 (Roussillon)  

L'attività di oggi è quella che documentandomi sui vari blog e siti per organizzare la vacanza mi aveva attirata di più: il sentiero dell'ocra 


Vestiti con abbigliamento e scarpe 'sporcabili' (e un opportuno cambio per la bimba) ci dirigiamo quindi a Roussillon dove proprio all'imbocco del paese inizia il sentiero: un ingresso a pagamento (3 €, solo per gli adulti) e si passeggia in un ambiente surreale, tra sabbia rossa che sporca qualsiasi cosa, panorama stile Monument Valley, rocce a strapiombo, bosco fitto. Ci sono due percorsi, tutti accessibili ai bambini che camminano da soli: il più breve dura una mezz'oretta, anche meno, il più lungo arriva fino ad altre rocce poco più lontane, e secondo me tanto vale fare il percorso più lungo. Il posto più panoramico è quello che si vede in tutte le foto, e si trova subito all'inizio, nel resto del sentiero ci sono degli affacci sulle rocce, e non più la spianata di sabbia che si trova all'inizio, ma è una bella esperienza comunque.

Terminato il giro nel sentiero è d'obbligo un giretto nel paese di Roussillon, che deve il suo nome alla pietra rossa con cui sono costruite le case. E' molto turistico, ma nel periodo pasquale tutto sommato è visitabile senza troppa folla, trovando anche posto nei vari café.

Dopo di che, per continuare sul tema dell'ocra, il nostro programma prevedeva la visita alla miniera d'ocra di Bruoux, ma una volta arrivati lì ci hanno informati che erano al completo per la giornata:
le visite sono tutte guidate, e quindi i posti limitati. Per fortuna ci fermavamo anche l'indomani, abbiamo quindi prenotato per il mattino seguente e siamo tornati al residence a fare i compiti (finita la pacchia con le elementari) e sguazzare in piscina.


Giorno 4 (Miniere Bruoux-Isle sur la Sorgue)


L'indomani in perfetto orario ci presentiamo all'ingresso delle miniere: la visita è in francese, e per chi non lo conosce sono disponibili dei tablet con le spiegazioni nelle varie lingue. 

Il personale è gentilissimo, ci guida dentro la miniera, ormai in disuso e molto particolare, ci spiega tutto dell'ocra, dei suoi colori, tocchiamo con mano polvere di ocra gialla e rossa, ammiriamo i grandi passaggi scavati nella roccia, come un enorme labirinto, le pozze sotterranee, le coltivazioni di champignon. Sembra incredibile pensare che sotto la montagna sia stato scavato tutto questo.



Dopo aver preso un immancabile ricordino di acquerelli a base d'ocra, procediamo con la tappa successiva: 

il bellissimo paese di Isle-sur-la-Sorgue, con i suoi canali, i suoi mulini, i suoi brocantes.

Lungo i canali moltissimi negozi di antiquariato, modernariato, accessori stranissimi per la casa, oltre che una marea di ristorantini, bar e café. 



Dopo aver ispezionato ogni viuzza (ed essere entrata in ogni negozietto) si è fatta ormai sera.

Ci spostiamo quindi nell'ultima tappa della giornata, e di questa parte della vacanza: il piccolissimo paesino di Lacoste, dove si trova il castello del mitico marchese de Sade. Lo visitiamo ormai in notturna, il paesino è suggestivo, tutto arroccato, con case in pietra e stradine strette. Nessuno in giro a parte qualche ragazzo del luogo. Chiudono le botteghe degli artigiani, 


chiudono le gallerie d'arte. Il paesino ha un'aria spettrale: provo a camminare fino al castello (io, perchè la bambina si è già ritirata in auto con il suo papà, aveva 'paura'), ma a un certo punto finisce l'illuminazione, davanti a me, sotto le mura del castello, solo una porta aperta su uno spazio completamente buio... no, direi che è il momento di rientrare anche per me.


Giorno 5 (Les Baux-de-Provence--Arles)

E' arrivato il momento di lasciare il nostro residence. Siamo stati bene, era molto comodo e aveva tutto quello che ci serviva, soprattutto una comoda cucina: la formula di scegliere alloggi con cucina si è rivelata ottima per evitare di mangiare sempre fuori, risparmiando e permettendoci di goderci di più i posti scelti per i nostri pernottamenti.

Il nostro viaggio procede verso sud, verso un ultimo pernottamento che si rivelerà essere la 'chicca' della nostra Stra-vaganza...


ma prima una tappa per assistere al meraviglioso spettacolo al Carriere des Lumières à Les-Baux-de-Provence: il paesaggio cambia, la roccia cambia, niente più ocra, niente più rosso e nemmeno giallo, ora siamo nel bianco più bianco. La bauxite. Le miniere di bauxite sono enormi, i blocchi sono estratti in dimensioni giganti, tanto da lasciare le pareti che sembrano schermi tagliati con dei raggi laser. E proprio in una miniera abbandonata è stato allestito lo spettacolo des Lumières: proiezioni di quadri famosi accolgono i visitatori all'interno di ogni parete della miniera, ti accerchiano accompagnate dalla musica, sono anche sul soffitto, e sul pavimento, le immagini si muovono, i personaggi si muovono, si è completamente immersi nell'arte. Davvero da non perdere.

Poco dopo la miniera, il paese di Les-Baux-de-Provence è un'altra tappa obbligata: tutto pedonale, con le sue case in pietra è una bomboniera da gustare passeggiando lentamente, su fino alla spianata del castello da cui si vede un panorama vastissimo.


Siamo ormai al pomeriggio, e, data la particolarità del nostro prossimo luogo di pernottamento, decidiamo di andarci subito: dormiremo su una peniche sul canale di Arles!

Dopo qualche difficoltà a trovare la nostra barca (non è che proprio sui fiumi ci siano le porte con i numeri civici), finalmente la vediamo.

E' proprio come in foto, è sicuramente lei!

I proprietari non ci sono, siamo arrivati troppo presto, tanto vale fare un giro a Arles e tornare dopo.

La città è a due passi, ma c'è qualcosa di strano: 

ci sono transenne di ferro lungo tutta la via principale.


Leggiamo i manifesti: è il periodo delle corride di Pasqua!

Ci fermiamo a prendere una crepe a un chiosco nella via transennata, sembra tutto già finito, in fondo è la sera dell'ultimo giorno, probabilmente stanno smontando tutto. Invece verso le 18:30 la strada si anima, la polizia locale incatena meglio gli sbarramenti, arriva la banda, arrivano gruppi di ragazzi del posto, alcuni con bandane rosse in testa... e poi arrivano i tori! Corrono liberi nelle strade guidati da donne a cavallo, e uomini e ragazzi del posto gli corrono dietro, cercando di far rallentare il toro, a volte riescono a buttarlo a terra, il più delle volte si fanno male e escono dalle transenne doloranti.

Che spettacolo particolare!

E' la rappresentazione dei 'abrivados' e 'bandidos', cioè i momenti in cui i tori venivano accompagnati dai campi alla città per partecipare alle corride, (e quindi i padroni e i contadini cercavano di trattenerli) e poi tornavano nei campi. 

Dopo questa interessante e inaspettata sorpresa, torniamo alla nostra chiatta dove nel frattempo sono 
arrivati i proprietari, e possiamo entrare nella nostra stanza: è 

proprio la stanza del timone, con anche una cucina, il bagno, e un comodissimo letto! Staremo benissimo! 

Ci prepariamo una buona cenetta che consumiamo ovviamente a bordo, e poi buonanotte!


Giorno 6 (Arles-Torino)

Svegliarsi in mezzo al canale è meraviglioso. La barca non si muove per nulla e abbiamo dormito benissimo.

I padroni di casa ci hanno lasciato appeso fuori dalla cabina un 


sacchetto di pain au chocolat e croissant, che carini! Così possiamo far colazione (e i compiti) guardando il canneto e sbirciando dalla cabina di comando. 




Poi, approfittando della gentilezza dei padroni di casa che ci hanno lasciato a disposizione le biciclette, proviamo a raggiungere il mare della Camargue.... ma è decisamente troppo lontano, e ci aspettano 5 ore di strada per rientrare a Torino, per cui, a malincuore, dobbiamo lasciare la peniche e ripartire. 



Tuttavia, prima di lasciare definitivamente (per ora) la Francia, scegliamo di fare una tappa a Aix-en-Provence, in fondo non abbiamo ancora visitato una cittadina.

La città è meravigliosa, molto viva, turistica, universitaria, con fantastici negozietti in stile provenzale, ma anche boutique di moda e gallerie d'arte... bisognerebbe rimanerci molto di più, ma abbiamo solo tempo per una veloce crepe: ci fermiamo da Crespella-bar-à-crepes e devo dire che non potevamo fare scelta migliore. Delle eccellenti crepes salate e dolci per rientrare a casa con ancora il sapore della Francia.